Ritiro di Quaresima adolescenti “Seguimi!” Bari 4 Marzo 2017
7 Marzo 2018“Ascolto, accoglienza, affidamento”, ecco le tre parole che domenica 4 marzo, durante il ritiro di Quaresima adolescenti, ci hanno accompagnato e ci stanno accompagnando in questo triennio.
Parole che mi hanno portato a svariate riflessioni.
Protagoniste della giornata sono state due fantastiche sorelle francescane: suor Valentina e suor Chiara. Ad aprire la mattinata, dopo un momento di preghiera, è stata quest’ultima che avevamo avuto la fortuna di incontrare già durante il ritiro d’avvento. Suor Chiara, come solo pochi sanno fare, attraverso poche ma essenziali parole, è riuscita ad arrivare ad ognuno di noi: siamo unici al mondo ed è proprio questo che ci rende speciali. Come spesso si dice, il mondo è bello perché è vario, ed è per questo che noi come persone, ma soprattutto come francescani, abbiamo il dovere morale di essere sempre pronti ad accogliere il diverso, a donarci, a reinventarci pur di non escludere nessuno! Quante volte ci capita di giudicare una persona? Quante volte ci fermiamo all’apparenza?
Come dice Madre Teresa di Calcutta “Se giudichi le persone, non avrai tempo per amarle”. Non si può e non si deve, giudicare una persona solo “per sentito dire”, c’è qualcosa che sorvola sui giudizi di tutta la gente ed è ciò che essa ha dentro e si porta dietro.
La mattinata è proseguita poi con la suddivisone in gruppi, dove ho avuto la fortuna di capitare nel gruppo nel quale ho ascoltato la testimonianza da parte di suor Valentina riguardo il volontariato nel carcere. Una testimonianza di cui ho fatto tesoro e che ho ascoltato un po’ con gli occhi lucidi, di chi sente di poter fare di più e invece resta a guardare. Una cosa che mi ha colpito è stata quando le abbiamo chiesto quale fosse la lezione che aveva imparato da questa esperienza, la sua risposta secca, accompagnata da un sorriso dolce, è stata “Ho imparato a piangere”. Credo che nessuno si sarebbe aspettato una risposta del genere. Lei dopo una vita fatta di cicatrici mai guarite e tenute nascoste, ha iniziato a piangere.
Avrei tanto voluto abbracciarla e dirle semplicemente grazie ma non ne ho avuto l’occasione. Dopo i laboratori abbiamo pranzato. Il pranzo non è stato solo un momento per condividere il cibo, ma anche per un abbraccio, un sorriso e un selfie con i nostri fratelli che non vedevamo da tanto.
Il pomeriggio è continuato sempre con la condivisione nei gruppi nei quali abbiamo svolto un’attività che ci ha messo un po alla prova. Si trattava di inventare un modo innovativo per accogliere il diverso. Dopo esserci divisi in sottogruppi, abbiamo pensato a varie cose e le abbiamo scritte su cartelloni. Il tempo è passato troppo velocemente, così ci siamo ritrovati a concludere la giornata con la messa finale e naturalmente con la tradizionale foto. Questo ritiro, più degli altri, mi ha portato molto a riflettere su di me, su ciò che faccio ogni giorno, sulle mie scelte, i miei sbagli, su quante volte ho giudicato senza sapere, su quante volte non avrei voluto essere me stessa. E invece no, dobbiamo amarci, amarci fortissimo per ciò che siamo perché nessuno è come noi!
Per finire voglio dire che proprio oggi guardavo la foto… Mi sento parte di un’unica grande famiglia, una grande famiglia che porto con me ovunque io vada e ogni giorno ringrazio Dio di avermi fatto conoscere tutti i miei fratelli con cui condivido questa fantastica scelta di vita e che nonostante le distanze, a volte non sempre facilmente percorribili, sono con me, sempre.
Lucia Cheller, Vico del Gargano