“Ecologia integrale” – Roma, 29 nov – 01 dic 2019
5 Dicembre 2019Si è svolto a Roma dal 29 novembre al 1° dicembre 2019 il weekend formativo ed esperienziale per giovani sul tema dell’ecologia integrale, organizzato dalla Commissione Giustizia Pace Integrità del Creato dei Frati Minori d’Italia e Malta. La Gi.Fra di Puglia c’era con Francesca e Romolo, due 28enni curiosi e appassionati di viaggi, arte, bellezza, giustizia, pace e verità.
Sono stati dei giorni densi e ricchi di riflessione. Proviamo a raccontarvelo con ordine.
Venerdì 29 novembre siamo arrivati presso la Pontificia Università Antonianum, dove siamo stati accolti dai frati e abbiamo avuto modo di socializzare con gli altri ragazzi provenienti da diverse parti d’Italia e da Malta (e c’erano anche altri gifrini, sono ovunque, eheheh). Il pomeriggio è stato interamente formativo, siamo stati introdotti nel tema dell’ecologia integrale da Padre Giuseppe Buffon, decano della Facoltà di Teologica dell’Antonianum, il quale ci ha illustrato l’importanza del Sinodo sull’Amazzonia, facendoci comprendere quanto è importante avere cura della nostra casa comune e di quanto sia essenziale oggi cambiare mentalità.
Abbiamo proseguito con una riflessione sul “Vangelo della Creazione” – capitolo secondo dell’enciclica Laudato sì di Papa Francesco – culminata nella proposta di una ecologia della fraternità francescana, incentrata su quattro parole fondamentali:
- Vedere
- Discernere
- Accompagnare
- Risanare
La giornata di sabato è stata, invece, totalmente dedicata all’incontro con diverse realtà che ci hanno permesso di comprendere come davvero tutto è connesso.
Ci siamo recati in primo luogo presso il Centro Astalli, la sede italiana del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati, impegnata in numerose attività e servizi che hanno l’obiettivo di accompagnare, servire e difendere i diritti di chi arriva in Italia in fuga da guerre e violenze, facendo conoscere all’opinione pubblica chi sono i rifugiati, la loro storia e i motivi che li hanno portati fin qui. È stato un momento di approfondimento verso le tematiche delle migrazioni e dei diritti umani, nonché di scuotimento delle nostre coscienze che si sono interrogate su cosa possiamo concretamente fare per promuovere una cultura di accoglienza e solidarietà.
La mattinata è proseguita con la visita di RE(f)USE, la boutique dedicata esclusivamente al design di riuso, nella quale abbiamo potuto conoscere da vicino il lavoro di Ilaria Venturini Fendi e di altri designer e artisti che riutilizzano materiali di scarto per le loro creazioni. È stata un’occasione per scoprire un nuovo modo di fare economia, improntato sull’originalità, capace di coniugare l’attenzione all’ambiente e la solidarietà. Molti dei prodotti, infatti, sono stati realizzati con materiali industriali comunemente considerati scarti ed in collaborazione con associazioni private o istituzioni pubbliche, ONG e singoli interessati allo sviluppo di progetti etici e sostenibili con approccio innovativo.
Nel pomeriggio, ci siamo immersi nella periferia romana lasciandoci prima provocare dal Movimento Emmaus Italia – che propone un cambiamento attraverso la creazione di una comunità di spirito, di vita, di lavoro e di solidarietà, aperta all’accoglienza di gruppi e persone in situazione di precarietà e di esclusione – e poi dalla della Street Art a Tor Marancia, con i 22 murales realizzati da artisti internazionali che portano colore tra le palazzine del quartiere, altrimenti grigie e anonime.
In serata, ancora un incontro denso di significato: quello con la Comunità di Sant’Egidio. Qui abbiamo potuto osservare come la preghiera si fa concretezza, leggendo negli occhi di chi ci illustrava le attività della comunità delle verità che ci riguardano tutti in quanto fragili: tutti abbiamo paura di non essere amati, compresi, ascoltati, di non avere una casa, uno sguardo amico, una spalla su cui poggiarsi e tutti siamo poveri quando perdiamo la nostra umanità, la nostra più profonda capacità di amare. Tutti abbiamo bisogno di una fraternità che si prenda cura di noi, di fratelli e amici e madri e padri che ci facciano sperimentare la bontà, la tenerezza e l’affetto di Dio per noi, che ci ha creati per la bellezza, la pace, la giustizia, l’armonia, la comunione.
Tutte queste riflessioni derivanti da esperienze concrete sono culminate domenica nella Celebrazione Eucaristica e nella riflessione su Maria, modello perfetto di ecologia integrale, donna di armonia, accoglienza, bellezza, verità, carità, mediatrice tra le culture, casa dell’uomo e di Dio, grembo fecondo e generativo. Anche noi siamo chiamati ad essere generativi, perché nasciamo da un incontro che è un atto d’amore, viviamo per amare e dobbiamo farci trovare pronti per l’Avvento del Signore. Insomma, siamo parte di una storia più grande che profuma di eternità, in cui tutto è connesso. Ce lo hanno ricordato la famiglia di immigrati che abbiamo incontrato sul tram tra una risata e l’altra mentre pensavamo a cosa poter scrivere per l’articolo sulla pagina Gi.Fra, i poveri alla mensa e in stazione, gli alberi bellissimi di Roma, i monumenti della città eterna spettatori di quel contrasto tra ricchezza e povertà che ci inquieta, le luci dei negozi che attendono il Natale mentre Papa Francesco da Greccio parlava del presepe, di una famiglia semplice e giovane che ha cambiato la storia per sempre semplicemente obbedendo a una voce, la voce dell’Amore.
Tornando alle nostre piccole realtà cittadine, abbiamo pensato che sarebbe stato difficile ritornare nelle nostre case e ai nostri posti di lavoro dopo aver vissuto con altri giovani come noi dei momenti divertenti e intensi, fatti di sogni, attese e speranza che possa realizzarsi il vero sogno di Dio: l’uguaglianza nonostante la diversità. Ci portiamo nel cuore anche l’amaro di chi sa che sotto i nostri piedi c’è la Madre terra che grida aiuto e che intorno a noi c’è gente che non ama, non comprende oppure non ha raggiunto quella consapevolezza di quel grido d’aiuto. Ci domandiamo: cosa facciamo noi, cosa possiamo fare ancora?
Consapevoli del grande dono che abbiamo ricevuto, siamo però convinti che solo l’amore crea e che solo l’amore passa oltre e abbatte ogni barriera. Cari amici, sperando di avervi trasmesso un po’ di quello che abbiamo provato in questi giorni di grazia, vi auguriamo di essere obiettori di coscienza e un eterno amore verso Dio e Maria, che è la madre di ogni cosa.
Francesca (Gifrina di Martina Franca) e Romolo (Gifrino di Lizzano)