Ritiro di Avvento giovani “A un passo da me” – Ostuni, 14-15 dicembre 2019
2 Gennaio 2020Anche per raccontarvi il ritiro di Avvento dei giovani e giovani adulti del 2019 abbiamo deciso di proporvi due punti di vista diametralmente opposti: l’esperienza verrà descritta prima da una gifrina che conosce da tempo la fraternità regionale e, in seguito, da due gifrini che, invece, hanno vissuto per la prima volta un’esperienza più forte e formativa, quale il ritiro regionale dei giovani.
Grazie Francesca (Martina Franca) e Marianna e Michele (Barletta), grazie alle vostre parole i bei momenti di quel giorno riaffioreranno nei nostri ricordi!
A UN PASSO DA ME – Francesca (Martina Franca)
“A un passo da me“, questo il tema del ritiro di Avvento vissuto il 14 – 15 dicembre ad Ostuni. Finalmente per me il primo ritiro vissuto con parte della mia fraternità! Da quando sono tornata dall’università ho partecipato “sola” ai ritiri passati, ma adesso molti membri della fraternità sono maggiorenni! Già di per sé è bello vivere queste esperienze, perché sperimenti un senso di fraternità allargata, ma quando hai dei punti di riferimento, degli sguardi complici, è una ricchezza aggiunta. Era talmente tanto il nostro entusiasmo, che da Martina F. siamo arrivati per primi, seppur su strada ci siamo avventurati in cinque in una Matiz. Ad accoglierci i volti già affaticati ma sorridenti dei nostri consiglieri regionali. Tra una chiacchiera e l’ altra abbiamo atteso l’arrivo dell’autobus e spalancato le porte della struttura per accogliere gli altri gifrini. Sistemazione nelle stanze e poi incontro nel salone, in cui i consiglieri e i frati ci hanno nuovamente accolto e spiegato in che modo avremmo trascorso le due giornate. A questo ha avuto seguito un momento di preghiera e la cena. Per i pasti ognuno ha portato con sé piatto, bicchiere e forchette, un piccolo ma grande gesto per rispettare l’ambiente, la nostra casa comune.
Ancora a tavola, alle prese con un gioco coinvolgente, siamo stati richiamati nel salone per iniziare ad entrare nel cuore del ritiro. Il momento di ascolto, suddiviso in tre tappe, è stato accompagnato da brani del Vangelo e non, e da alcuni video che hanno aiutato l’ascolto.
Con la prima tappa ci siamo soffermati su “Gen 1,26-28.31“, Dio che ha creato l’uomo a SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA. La riflessione personale è partita dalla concezione che ognuno ha di sé, del proprio corpo e del suo essere, per arrivare a cosa vuol dire per ognuno essere come Lui e somigliare a Lui .
Nella seconda tappa il protagonista è un cieco nato, nel Vangelo di “Gv 9,1-11” . Un uomo che non è consapevole di essere a Sua immagine e somiglianza, un uomo appunto cieco, né per colpa sua, né per colpa di altri. Cristo gli va incontro, il cieco si fa toccare e guarisce. Un uomo nato cieco che inizia a vedere.. dal buio completo, alla luce, fino a distinguere le immagini intorno, i colori, i volti, il creato! Tutto diventa nuovo, lui diventa una NUOVA CREATURA! Che gioia enorme.. La gioia di chi prende consapevolezza di essere a immagine e somiglianza di Dio, di chi inizia a gustare la vita con questa certezza.. e tutto diventa nuovo!
Durante questa tappa ognuno di noi ha consegnato un post-it al sacerdote con su scritto quale cecità ci allontana dall’avere uno sguardo buono sulla vita e cosa ci impedisce di essere a sua immagine e somiglianza. La consegna è stata accompagnata dallo stesso gesto che Gesù fa con il cieco: i sacerdoti hanno toccato i nostri occhi.
Nella terza tappa è stata Santa Chiara a porci un invito, dalle Fonti francescane ff, 2888—2889—2893: TRASFORMARSI IN LUI, diventare come Lui, con i suoi stessi sentimenti!
Ma come? Collocando i nostri occhi , la nostra anima e il nostro cuore in Cristo, in Dio, contemplandoLo. E ancora Santa Chiara dice che così facendo gusteremo la segreta dolcezza che Dio ha riservato per coloro che lo amano. Che meraviglia!
Alla fine della terza tappa una sorpresa: ha inizio l’adorazione notturna!! Proprio per mettere in pratica questa contemplazione di cui ha parlato santa Chiara e per lasciare risuonare dentro noi stessi, le parole e le riflessioni del momento di ascolto. Fino alle otto del mattino, abbiamo iniziato a turno un’ora di adorazione. C’è stato chi si è prenotato alla sette, chi invece è rimasto sveglio per aspettare le tre per il suo momento e chi tra i più coraggiosi, si è alzato alle cinque.
Alle otto poi, quasi tutti con un occhio chiuso e l’altro aperto, abbiamo pregato le lodi. Dopo la colazione, con lanci di brioches da una parte all’altra della stanza, siamo tornati nel famoso salone, dove ci aspettava fra Gianluca che, dopo la sua esibizione da guerriero di “Star Wars”, ci ha invitati a scrivere la carta di identità di Cristo Gesù, in gruppi divisi per età , usando anche un po’ di fantasia.
Fra Gianluca ci ha fatto poi notare che sono venute fuori delle particolarità molto discutibili , per non parlare dei disegni per rappresentarLo. Ci ha aiutato a conoscere meglio questo Dio di cui siamo a immagine e somiglianza, partendo dalla lettera di san Paolo ai Filippesi (Fil 2,5-11). Attraverso Cristo si è fatto uomo e carne, si spoglia di sé stesso, assumendo una condizione di servo… “Ci ha perso? No… Ci ha guadagnato lui e noi, ci ha resi umani e divini.”
Fra Gianluca ha illustrato delle caratteristiche specifiche di Cristo, presenti nei Vangeli (affidabilità e autorevolezza, apertura e accoglienza, amicizia e compassione, coraggio e fermezza). Ha sottolineato che Gesù ha scoperto giorno dopo giorno cosa significa essere figlio di Dio e cosa sarebbe stata la Sua storia, ha capito giorno dopo giorno come mettere insieme l’io uomo e l’io Dio. Tutto ciò che ha imparato ad essere, l’ha imparato attraverso le esperienze della vita, l’ha imparato stando con tutti, ma proprio tutti (bambini e adulti, poveri, ciechi, zoppi, prostitute, farisei e peccatori). È così che scopre sé stesso, che impara a conoscersi, proprio perché l’altro, con cui impara anche a piangere e gioire, è come Lui, a immagine e somiglianza di Dio. È alla ricerca di sé, anche guardando intorno a sé stesso.
Nella successiva condivisione nei gruppi divisi per età, la riflessione si è soffermata principalmente sul fatto che Cristo non è così distante da noi, anzi, viveva come viviamo noi, alla scoperta di ciò che siamo, ha imparato a vivere da figlio cosi come impariamo noi.
Con i gruppi poi ci siamo specchiati insieme, perché il mio volto, il volto di Dio, lo scopro soprattutto attraverso il volto degli altri, dei fratelli.
Il ritiro si è concluso con la Messa, la foto di rito e i festosi saluti.
A un passo da me… Non è distante quindi dall’essere a un passo dall’altro, non è distante dall’essere a un passo da Dio.
Francesca Verboschi,
Gifrina di Martina Franca
A UN PASSO DA ME – Marianna e Michele (Barletta)
“A un passo da me” è il tema del ritiro dei giovani-giovani adulti che si è svolto ad Ostuni nei giorni 14 e 15 dicembre 2019 presso Villa della Speranza. Quel passo che ci divide dal signore, ma che ci rende contemporaneamente così vicini. Una vicinanza che diventa sempre più “forte” nel momento in cui ci rendiamo conto di essere fatti a sua immagine e somiglianza. Ed è da qui che è partita la riflessione che ha fatto da sfondo a queste due giornate. Dio è presente in noi, come nei nostri fratelli e non è difficile, quindi, ritrovarlo nella nostra vita. Dobbiamo soltanto aprire gli occhi e fare quel passo.
Dopo l’arrivo in struttura, la divisione in camere e la cena, una bellissima veglia di preghiera ha dato il via al nostro ritiro. Durante la veglia, guidati dalle letture e dal video proiettato ci sono state poste varie domande, suddivise in tre argomenti: a sua immagine e somiglianza, una nuova creazione e trasformarsi in Lui. Questo ha fatto sì che potessimo avere degli spunti di riflessione utili per la veglia notturna che è giunta al termine il mattino seguente con le lodi.
Subito dopo la colazione è cominciata l’attività fatta di due momenti di condivisione divisi per gruppi in base alla fascia d’età. È stato bello ritrovarsi con ragazzi coetanei, abbiamo avuto la possibilità di entrare facilmente in relazione e ci siamo scambiati emozioni e sensazioni del ritiro visto che per me, come per molti era la prima esperienza con i giovani-giovani adulti.
Nel gruppo abbiamo prima completato la carta d’identità di Gesù, delineando il suo profilo fisico e caratteriale, e dopo la catechesi di fra Gianluca, ci siamo soffermati a riflettere sugli aggettivi che avevamo precedentemente scritto sul documento. Ci siamo resi conto dell’umanità che è in Gesù. Anche lui da bambino e prima del suo apostolato, ha sperimentato giorno per giorno la sua similarità con Dio, e come noi ha vissuto tante situazioni in cui non sapeva come comportarsi ma in ogni sua azione era assistito dal Padre.
Il momento finale dalla mattinata è stato vissuto come gruppo. Guidati dal sottofondo musicale abbiamo avuto la possibilità di specchiarci tutti insieme. Questo era il segno della nostra somiglianza a Dio e oltre a vedere l’immagine di Dio in noi possiamo ritrovarlo nei nostri fratelli. Il ricordino che ci è stato consegnato subito dopo è stato un pezzettino di specchio, così da questo momento, dobbiamo ricordarci di guardarci con occhi nuovi e consapevoli di essere simili a Lui.
Dopo il pranzo a conclusione del ritiro è stata celebrata la Messa, poi i saluti e in viaggio verso casa con il cuore pieno di gioia.
Questo è stato il mio primo ritiro da giovane-giovane adulto ed è andato oltre le mie aspettative. Con semplicità sono stati toccati temi vasti ed importanti facendoci riflettere su una cosa che dovrebbe essere la base del nostro cammino di fede, il nostro rapporto con Dio. Mi ha fatto pensare soprattutto a cose che davo per scontato ma che invece non lo erano. Inoltre, vedere tutta la fraternità regionale così vivace e gioiosa mi ha dato la carica per affrontare il nuovo anno fraterno più forte di prima.
Marianna e Michele,
Gifrini di Barletta