SCUOLA DI FORMAZIONE NAZIONALE: ORA X – ASSISI, 6-8 MARZO 2015
15 Marzo 2015«Se un cristiano vuole conoscere la sua identità, non può starsene comodo in poltrona […] è necessaria quella inquietudine che lo stesso Dio ha messo nel nostro cuore e che ti porta avanti a cercarlo».
È con le parole di papa Francesco che voglio iniziare questo articolo perché a mio parere racchiudono tutto il senso dello slogan di questo fine settimana di formazione nazionale ad Assisi: Ora X. Cos’è l’Ora X? Beh, “circa le quattro del pomeriggio”!!!
È da questo primo capitolo del Vangelo di Giovanni (v. 35-39) che monsignor Giusti è partito per parlarci di quella che dovrebbe essere esperienza autentica e concreta di Gesù, la nostra Ora X.
Quale modo migliore per fare esperienza di Gesù se non incontrare i gifrini di tutta Italia? Si sa che al ritorno di ogni viaggio i vestiti in valigia ci stanno stretti, perché si fa spazio a nuove esperienze, a nuove conoscenze e a nuove emozioni che ti arricchiscono e ti permettono di donare qualcosa in più anche agli altri perché l’ora giusta è l’ora di amare.
Sia la catechesi al Vangelo, quanto la testimonianza di Enrico Petrillo, hanno offerto ad ognuno di noi la possibilità di fermarci a riflettere su quello che è stato il nostro incontro con Cristo e su quanto concreta è la nostra relazione con Lui. La cosa sconcertante è stata rendermi conto di quanto facile sia il rischio di perderci in idee e filosofie che in realtà sono solo la punta dell’iceberg della nostra relazione con Gesù, perchè per essere veri cristiani è necessario fare esperienza di Cristo riconoscendolo nel volto di chi, Lui stesso, ci ha messo accanto.
Credo che ognuno di noi possa avere più di un’ora X nella propria vita e personalmente in questa Ora X io ho avuto il mio incontro che definirei “scontro” con il Signore, perché Lui è così, se ti tocca il cuore, ti scuote. Ho riconosciuto tutto questo nella voce di Enrico mentre parlava di Chiara, è evidente quanto le loro vite siano state scosse da un Dio che ha dovuto “graffiare” il loro amore per donare ad entrambi qualcosa di più grande di quello che già avevano: un amore vero, proprio perchè libero, un amore che permette la piena realizzazione di sé nel donarsi senza pretendere nulla in cambio. Mi è parso di leggere sul volto di Enrico qualcosa che noi francescani chiamiamo perfetta letizia ed è questa la testimonianza che sento di dover portare a chi non ha potuto vivere questa esperienza con me, un affidarsi totale e con gioia a chi ha per noi un progetto di amore ma, che costa fatica.
Concludo ringraziando quanti hanno contribuito a rendere speciale questa esperienza che ha rafforzato il mio senso di appartenenza ad una fraternità che sa andare oltre i limiti di spazio e tempo e si incontra nell’amore per poter essere testimone di Lui.
Adesso vi starete chiedendo che ora è, vero? Forza! È ora di alzarci e andare incontro ad un Padre buono e misericordioso che ci sta aspettando a braccia aperte!
Giada Balducci
fraternità di Gravina in Puglia